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Psicologia tra pregiudizi e domande: perché si va dallo psicologo?

13/10/2020

Ci sono molti pregiudizi che coinvolgono gli psicologi e chi si rivolge a loro, così ho deciso, in onore del mese dedicato al benessere psicologico di prenderne in considerazione qualcuno e trasformarlo in domanda, che chiedere può essere molto più utile che credere di sapere.

E’ credenza piuttosto diffusa che lo psicologo sia per i “matti” e di conseguenza chi si rivolge ad un professionista in ambito psicologico rischia di portare su di sé uno stigma per la vita.

E’ possibile che il fatto di essere annoverate tra le professioni “Sanitarie” non aiuti molto gli psicologi a far comprendere i loro ruoli al di là della presenza/ assenza di una presunta patologia.

 

Allora proviamo a trasformare il pregiudizio in domanda, passiamo dal “dallo psicologo ci si va se si è matti” al PER QUALE SCOPO CI SI PUO’ RIVOLGERE AD UNO PSICOLOGO?

Tralasciando una lunga disquisizione sul fatto che spesso ciò che riteniamo patologico è solo qualcosa che cade al di fuori dal nostro sistema di credenze e che pertanto non riusciamo a comprendere. Patologia è un termine medico che indica il mal funzionamento o la sofferenza di un organo, tale termine applicato maldestramente alla scienza della Psiche ci fa credere che esista un organo, la mente, e che questa mente possa ammalarsi esattamente come si ammala un polmone. Ma la mente è molto più che un organo, è la risultante dell’interazione tra l’individuo, se stesso e il suo mondo, è molto di più dell’ammasso di sostanze chimiche che costituiscono il cosiddetto “connettoma”, seppure lo influenzano e ne è influenzata. Ne consegue che ad “ammalarsi” e forse sarebbe più corretto dire a generare sofferenza non è la "mente" ma l’intera modalità di stare al mondo e in relazione con il mondo della persona in questione.

Per parlare della funzione dello psicologo e dello Psicoterapeuta intendo fare riferimento al concetto di SALUTE e non di sanità. Secondo la definizione data dall’OMS nel 2020 la salute “ è uno stato di completo benessere fisico, mentale e sociale, e non semplice assenza di malattia o di infermità.”

Quindi è possibile  rivolgersi ad un professionista per perseguire uno stato di benessere fisico, mentale e sociale perché abbiamo a cuore la nostra salute, anche se non soffriamo di alcuna “malattia” specifica.

Lo psicologo si occupa della Psiche ( dal greco Psychè, anima) attraverso il Logos (che potremmo semplicisticamente tradurre con parola/discorso).

E’ un professionista che attraverso l’uso consapevole del linguaggio e di tutte le sue funzioni può fungere da facilitatore nel processo di cambiamento.

Ci si può rivolgere allo psicologo per percorsi di consulenza in momenti di confusione in cui sia necessario riorientare la rotta, per potenziare alcune risorse che si ritiene di voler migliorare, per imparare a gestire con consapevolezza le proprie relazioni ed emozioni, per imparare qualcosa di nuovo su di sé.

Se lo psicologo è anche Psicoterapeuta allora si può iniziare un percorso terapeutico volto al perseguimento di obiettivi specifici, collegati al raggiungimento di uno stato di benessere e al superamento di difficoltà. Tali difficoltà possono essere collegate a stati d’ansia, umore depresso, lutto, insonnia, al fatto di aver ricevuto una diagnosi di malattia, al dover convivere con una "patologia cromica" o altro. L’ elenco potrebbe essere lungo perciò possiamo dire che lo psicoterapeuta interviene in tutte quelle situazioni in cui il modo in cui la persona fa esperienza del reale genera sofferenza e impossibilità di vivere serenamente nel proprio contesto familiare e sociale.

Quindi per rispondere alla domanda “ con quale scopo si può contattare uno psicologo o lo psicoterapeuta?” potremmo dire che gli scopi possibili sono molteplici ma che tutti sottendono ad un unico obiettivo: promuovere la salute il benessere personale, migliorare la relazione con il mondo che ci circonda e di conseguenza migliorare la propria qualità della vita.