Voci, voci urlate, sussurrate a volte tremano o sono sottili, altre non le sento. Voci di donne, di uomini, alcune giovani altre adulte. Adulti magari per metà, un terzo, forse due. Voci che raccontano di una relazione più che di un comportamento. Quella con il cibo.
Cibo..." se tu dovessi raccontare a un bambino cos'è cibo?" Cosa gli diresti?
Forse che è ciò che ci nutre, che ci fa crescere? Che a volte ci da piacere?...
Il cibo , il nutrimento, l'offerta... così naturale. Fin dai tempi antichi si offriva cibo agli dei, persino nelle tombe antiche si metteva cibo per nutrire l'anima nel passaggio. E poi cos'è successo?
Accade così che per qualcuno il cibo diventa un " mostro" coma lo chiama una persona che frequenta il mio studio. Qualcuno dice " sono in guerra con il cibo", per qualcun altro è "consolazione, premio, coccola". Qualcuno mi racconta di come sia difficile sentire il gusto di ciò che mangia, quasi tanto quanto è difficile sentire il gusto della vita. Per qualcuno è qualcosa da controllare, gestire , ingabbiare e oscilla tra controllo e perdita di controllo, in una danza senza fine come quella nella fiaba "scarpette rosse", la bimba obbligata a danzare da scarpette non sue. Chissà chi gli ha offerto quelle scarpette... chissà come si può fare a toglierle, forse come nella fiaba, dovremmo tagliarci i piedi e farli crescere nuovi o forse basterà sciogliere qualche nodo..
Oggi non ricordiamo "i disturbi del comportamento "... anche se così l'hanno chiamata. Oggi ricordiamo le possibili relazioni con il cibo, il nutrimento e la vita. Di come a volte tutto si confonde quando ci allontaniamo da noi stessi, di come i significati si creano nelle storie e generano possibilità limitate o illimitate a seconda di come li giochiamo.
Oggi ci ricordiamo che il cibo che è vita, per qualcuno è molto altro e che quando entriamo nel mondo altro, fatto di simbolo e relazione è possibile dare voce a ciò che c'è e rinascere.