Attraverso Venezia camminando lentamente: è carnevale ci sono tante persone, l’inconfondibile odore di laguna, profumo di frittelle, barchini che attraversano i canali, voci nelle calli, Venezia ha un canto tutto suo, niente auto solo barche e voci e gabbiani. Cammino in questa città magica, ascolto, osservo, i colori, le maschere, coriandoli ovunque, il sole filtra nelle calli, incontra l’acqua e regala giochi di luce. L’attimo perfetto il tempo si dilata e posso essere completamente qui in questo momento. Posso sentire chiaramente tutto ciò che c’è e sentire che sono felice e grata.
Mentre mi avvicino al cuore della città un pensiero si infila tra gli altri e mi coglie quasi di sorpresa “ avrei potuto non essere qui, avrei potuto essere più a nord in un posto lontano ad ascoltare urla di terrore e paura ….”. Ancora quella sciocca sensazione di immotivata fortuna ad essere nel posto “giusto” nel momento “giusto”. E subito dopo la domanda tra le domande, quella che lascia echi di silenzio e insoddisfazione, quella per la quale vorrei una volta tanto ci fosse una risposta “giusta, perfetta, certa...” : “Cosa possiamo fare?”.
Respiro, “sei qui” , cammino, mi guardo intorno, quasi che la risposta mi possa arrivare da ciò che c’è lì, “chi cerca trova” dicono e poi li vedo lì sul campanile insieme: un Grande Spiderman e un Piccolo Spiderman. Sento qualcosa, tenerezza forse, stupide speranze.
Supereroi, abbiamo un disperato bisogno di supereroi, di diventare supereroi?
Passo il resto del pomeriggio a lasciarmi insegnare: una bimba pipistrello si lascia sorprendere dai coriandoli che cadono, un piccolo Capitan America ride e balla senza musica, un morbido Panda si fa portare dal papà sulle spalle.
“Cosa possiamo fare?” questa domanda è un eco che non mi abbandona.
E poi questa mattina una frase di Jay Haley mi viene in soccorso:
“ TUTTAVIA PER POTER AVERE LA POSSIBILITA’ DI OPERARE DEI CAMBIAMENTI, E’ NECESSARIO IMPARARE AD AFFRONTARE VECCHI PROBLEMI IN MODO NUOVO”.
Un modo nuovo, quale potrebbe essere un modo nuovo?
Paura, rabbia disperazione hanno questo potere incredibile di scatenare opinioni e azioni, quasi ci potessimo difendere dalla violenza creandone altra virtuale e reale, quasi che le opinioni potessero creare bunker inespugnabili in cui poi sarà più difficile morire da soli.
Supereroi, forse ci servono loro, o forse ci serve un cuore da Supereroi, una coscienza nuova che ci permetta di non andare contro ma di andare CON, andar con gli altri, verso gli altri, verso la collaborazione la condivisione e la conoscenza reciproca.
Possiamo iniziare da piccole cose, osservando quello che generiamo ogni giorno con le parole e le azioni, stabilendo intenzioni chiare, ascoltando gli altri e noi stessi, cercando “nuovi modi per vecchi problemi”.
Forse non sarà veloce, forse succederà domani o tra molto tempo ma possiamo iniziare facendo ogni giorno, nel nostro piccolo che può diventare immensamente grande, la nostra parte, imparando a conoscere, riconoscere e sorprenderci, goccia dopo goccia che poi si sà … il mare è fatto da gocce.