Se c'è una cosa che mi diverte e mi piace è imparare. All'inizio era una sorta di strategia di “sopravvivenza”: più impari, più sai , più hai modi per relazionarti con la vita.
Da qualche anno le cose sono cambiate e la faccenda è diventata: più impari, meno ti sembra di sapere, più sei curioso di ciò che accade.
In effetti la famosa frase attribuita a Socrate “ saggio è colui che sa di non sapere”, mi era spesso sembrata un bel modo per sentirsi forti anche senza sapere nulla, bastava dire “so di non sapere” e il gioco era fatto.
Eppure si parla di Socrate e lui di saggezza se ne intendeva parecchio, immagino di aver intuito il significato profondo di questa frase, quando mi sono resa conto che ogni cosa nuova che mi sembrava di aver imparato, mi apriva universi inesplorati prima di allora e risvegliava in me la curiosità. La voglia di non sapere ma di sorprendermi ogni giorno.
Così ad oggi mi diverto a curiosare nelle mie giornate per intuire insegnamenti anche nelle cose più semplici della quotidianità.
Queste intuizioni nate dall'inciampare nella vita e nell'incontro con piante, animali e persone le chiamo “insegnamenti non ordinari” e qualcuna mi farà piacere condividerla con voi nel corso dell'anno.
Alcuni insegnamenti non ordinari me li hanno dati le orchidee ,quindi ecco alcune cose che queste piante mi hanno insegnato sul prendermi cura, sulla vita, la crescita e la morte e se vi piace l’idea potete lasciare che li diano anche a voi:

Le orchidee hanno bisogno di luce, molta luce, moltissima, ma non troppa. Direi luce quanto basta, la luce diretta del sole le danneggia.

Per poter fiorire in abbondanza hanno bisogno che le ore di luce e di buio siano in perfetto equilibrio, il che non significa uguali ma in armonia con la vita della pianta. Solo luce le uccide, solo buio le uccide. Qui la faccenda comincia a farsi interessante.
Luce e buio, buio e luce. Remember it!

Le radici di queste piante sono bruttine (almeno a me non piacciono un granché) infatti, spesso i florovivaisti vendono queste piante dentro a dei bellissimi vasetti colorati. Errore! Bruttine ma utilissime, la pianta prende luce anche dalle radici perciò è meglio che vengano lasciate libere di respirare, vedere la luce ed esprimersi. A quanto pare anche le cose che sembrano “bruttine” sono fonte di vita e nutrimento.

L’orchidea dopo un dato periodo di tempo, che varia a seconda del clima, luminosità e specie, sfiorisce. Sfiorisce ma non è morta. Se lo stelo si secca va tagliato altrimenti rischia di danneggiare la pianta, se invece è verde va lasciato in santa pace, sta riposando, raccogliendo le forze, vi darà dei nuovi fiori. Quando? Non è dato saperlo. Le cose non accadono quando vuoi che accadano, accadono quando sono pronte ad accadere.

Alcune orchidee fiorisco due volte l’anno, altre tre, altre se ne stanno lì in silenzio per un anno, producendo solo foglie e radici. Le guardi e sembrano non dire nulla, se ne stanno lì quiete. Potrebbe sembrarti che non stia succedendo niente, che la pianta sia immobile, statica, forse morta. Non è morta, processi vitali, infinitamente piccoli stanno avvenendo in lei, gocce di cambiamento, che si accumulano giorno dopo giorno. Fiorirà? Si! Quando? Quando sarà il momento giusto! Giusto per chi? Per lei ovviamente. E noi che facciamo? Impariamo a nutrire senza aspettative.

Sono piante delicate che hanno bisogno di acqua e di concime adeguato, di adeguata quantità e qualità. Se stanno male cambiano il colore delle foglie, le radici si rinsecchiscono oppure marciscono. Loro sanno comunicare, tu devi imparare ad ascoltare.